Processione dei Misteri

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TRATTO DAL LIBRO “SETTIMANA SANTA” – Edito Foto Belviso

Il Venerdì Santo, al mattino, esce la processione dei Misteri dalla Chiesa della Addolorata, organizzata da sempre dalla omonima Confraternita. Anticamente, alle prime luci dell’alba, si era soliti notare gruppi di pie donne intente a completare il giro delle chiese e affrettarsi per la processione dei Misteri.
La processione potrebbe risalire al secolo XVIII, in quanto le quattro statue dei Misteri e quella della Vergine Addolorata, collocata sulla pala dell’ altare maggiore, risalgono al 1780. Infatti, alla base del simulacro della Madonna vi è la seguente incisione:“Nicol.us Ant.us Brudaglio sculpsit Andriae Anno Domini 1780”, quindi antecedenti all’anno in cui la Confraternita ebbe il regio assenso; ma in processione viene portata un’altra statua, tipo manichino, donata dai Canonici Rinaldi alla Confraternita. Le quattro statue dei Misteri, raffiguranti l’orazione di Gesù nell’ortoGesù alla colonnaGesù con la canna o Ecce Homo e Gesù caricato della croce, venivano portati a spalla dai confratelli dei sodalizi confraternali del Carmine, di S. Giuseppe e della Addolorata.

Essi, fino alla metà degli anni ’50, procedevano solo con calzini bianchi. Sulla portantina di ciascuna statua vi erano dei ceri offerti devozionalmente dai fedeli.

Alla processione partecipavano i confratelli di S. Giuseppe e del Carmine, in virtù di un gemellaggio stretto tra i sodalizi sin dagli inizi del ‘900.

Fra gli impegni assunti, oltre a quello di partecipare alla processione dei Misteri, anche quello di essere presenti alla celebrazione delle Solenni Quarantore, con il proprio cantore, che intonava l’ Inno Eucaristico “Io credo, o Gesù mio”

Dinanzi al primo Mistero prendeva posto il Cristo Rosso della Confraternita dell’Addolorata; dinanzi al quarto Mistero quello di S. Giuseppe e davanti alla Madonna Addolorata, per dovere di ospitalità, il Cristo Rosso del sodalizio carmelitano.

Ai lati di ciascuna statua, confratelli con lampieri con fasce nere in segno di lutto e forcelle che servivano per adagiarvi le statue durante le soste che si osservavano durante il percorso.

Al centro, gli officiali delle Confraternite, il Padre Spirituale e poi la Madonna, portata a spalle, solamente dai confratelli dell’Addolorata e scortata da quattro carabinieri.

Anticamente, veniva portato in processione anche il Cristo Morto, appartenente allo stesso gruppo statuario; infatti fino agli anni ’50 era esposto sulla pala dell’altare maggiore, ai piedi della Madonna.

Notata l’incongruenza liturgica, fu eliminato ed esposto alla venerazione dei fedeli nella tomba confraternale al cimitero comunale.

La processione si snodava verso il rione S. Matteo, transitando lentamente, al ritmo cadenzato del rullio dei tamburi della banda cittadina che imprimeva il passo al corteo.

Il simulacro della Vergine Addolorata entrava in tutte le chiese per visitare il proprio Figlio.

Attraversate le anguste vie dei rioni periferici, la processione proseguiva verso la Chiesa del Carmine, poi verso S. Gioacchino, S. Antonio, Duomo, S. Domenico, Assunta, Purgatorio, per immettersi nelle suggestive viuzze della Terra Vecchia, passando davanti alla Chiesa Madre e alla Cappella di S. Agostino.

Ma il personaggio predominante dei riti di questa Settimana Santa è il Cristo Rosso, inteso nella tradizione popolare come il Cireneo che aiutò Cristo a portare la croce.

Il Cristo Rosso è interpretato da un confratello che indossa tunica e cappuccio di color rosso, cinto ai fianchi da una ruvida fune e sul capo una corona di spine.

Procede a piedi scalzi ed è su di lui che si concentrano l’attenzione e la curiosità di tutti.