Confagricoltura chiede esclusione su tracciabilità pagamento retribuzioni

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Come noto, dal prossimo 1° luglio, le retribuzioni non potranno più essere corrisposte per mezzo di denaro contante direttamente al lavoratore, pena l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria consistente nel pagamento di una somma da 1.000,00 euro a 5.000,00 euro (art. 1, c. 910 – 913, legge n.205/2018).

Dalla data sopra indicata, i datori di lavoro privati (compresi quindi anche gli agricoli) dovranno invece utilizzare modalità di pagamento tracciabile (ovvero bonifici, assegni, o altri strumenti di pagamento elettronici.

Si tratta di una novità sicuramente impattante, dal punto di vista operativo, sui datori di lavoro privati e segnatamente su quelli agricoli, che utilizzano ancora in modo abbastanza diffuso il contante, anche in ragione di alcune caratteristiche precipue del lavoro agricolo (stagionalità, discontinuità. etc.) e della composizione della platea dei lavoratori, ove l’incidenza degli stranieri è piuttosto elevata.

Occorre inoltre tenere presente che in agricoltura, in relazione alle consuetudini locali e sulla base delle previsioni della contrattazione collettiva, il pagamento dei salari può avvenire a giornata, a settimana, a quindicina e a mese.

Per tali ragioni, Confagricoltura si è già attivata per cercare di ottenere l’esclusione dei datori di lavoro agricolo che occupano operai, dall’ambito di applicazione del divieto di pagamento in contanti delle retribuzioni (analogamente a quanto previsto per i datori di lavoro domestico), o quantomeno la proroga della sua entrata in vigore.