Grande successo della ASL Foggia al premio “Innovazione digitale in Sanità 2020” del Politecnico di Milano

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Dopo un “testa a testa” nelle votazioni e i complimenti meritati della Giuria, il “Progetto Diomedee” della ASL Foggia ha conquistato il podio al Premio “Innovazione digitale in Sanità 2020” del Politecnico di Milano.

Su 88 progetti candidati e 17 finalisti, la ASL Foggia è arrivata seconda nella sezione “Servizi per l’integrazione Ospedale e Territorio”.

Fortemente voluta dalla Direzione Generale, la progettazione di “Diomedee” è stata avviata dal Servizio Infermieristico Territoriale e dai Sistemi Informativi Aziendali in collaborazione con l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) della Università Cattolica del Sacro Cuore.

La fonte di finanziamento è stata la delibera C.I.P.E. n. 16 del 20 gennaio 2012.

Il progetto attua un modello innovativo di gestione dei pazienti cronici, realizzando percorsi di cura multi-professionali e prevedendo l’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici, con un focus sulle patologie di scompenso cardiaco, ipertensione, diabete, insufficienza respiratoria e bronco-pneumopatie croniche ostruttive. Tra gli aspetti che maggiormente hanno ottenuto il plauso della giuria c’è la flessibilità di sistema dimostrata dalla ASL Foggia che, nel periodo dell’emergenza COVID 19, ha rimodulato il progetto per attuare il monitoraggio dei pazienti positivi a domicilio, oppure ospiti nelle strutture residenziali territoriali con focolai attivi. Attività che si è aggiunta al monitoraggio dei pazienti fragili e affetti da patologie croniche direttamente a casa durante la fase di sospensione delle attività programmate prevista dalle disposizioni ministeriali e regionali.

Obiettivo generale del progetto è offrire alla popolazione una assistenza di prossimità che consenta di ridurre i ricoveri impropri e gli accessi in pronto soccorso. Uno dei più importanti obiettivi specifici, tra gli altri, è quello del coinvolgimento attivo dei pazienti nel processo di cura.

Tra i 17 finalisti, oltre alla ASL Foggia, ci sono nomi eccellenti del panorama nazionale:ASL Roma 3, l’ASL Foggia e la Regione Emilia Romagna nella categoria “Servizi per l’integrazione ospedale-territorio“; ASL VCO, ASL di ASTI e FAIS Onlus nei “Servizi per la presa in carico domiciliare di patologie specifiche“; Regione Marche e APSS Trento nei “Servizi al cittadino“; IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, ASST Vimercate e IRCCS Ospedale San Raffaele nella “Gestione di processi clinici e assistenziali ospedalieri“; ASL di Latina, Policlinico Gemelli di Roma, AO San Giovanni Addolorata, Fondazione Poliambulanza di Brescia, ASL 2 Abruzzo e AUSL della Romagna nella “Gestione dell’emergenza COVID in ospedale e sul territorio“.

Il Premio nasce da unainiziativa dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità che punta a creare occasioni di conoscenza e condivisione dei migliori progetti di utilizzo del digitale come leva di innovazione e miglioramento nel mondo della Sanità.

Un meccanismo virtuoso di condivisione delle esperienze di eccellenza tra gli attori del Sistema Sanitario italiano in grado di creare best practice riproducibili nell’intero sistema.

A votare i progetti è stata chiamata una giuria qualificata e di altissimo profilo.

 “Ringraziamo – dichiara il Direttore Generale della ASL Foggia Vito Piazzolla – tutto il gruppo di lavoro che ha seguito il progetto dalla fase di ideazione a quella di realizzazione. Il risultato raggiunto a Milano ci gratifica e ci stimola, contemporaneamente, a fare sempre di più, dimostrandoci che la strada che stiamo percorrendo è quella giusta. Il COVID 19 si è rivelato uno stress test di sistema dai risvolti inediti, di fronte ai quali la flessibilità della risposta è stata la vera chiave di volta. Riorganizzare in breve tempo i servizi per offrire assistenza domiciliare ai pazienti positivi ci ha consentito di limitare i ricoveri ospedalieri ai casi più gravi e di curare tutti gli altri a casa. Il 70% dei pazienti complessivi, infatti, è guarito senza varcare la soglia dell’ospedale. Il modello innovativo e flessibile che abbiamo proposto non avrebbe avuto gli stessi risultati se non fosse stato legato all’approccio multi-professionale e alla grande capacità di coordinamento dimostrata nella gestione dei casi particolarmente complessi e, soprattutto, dell’ausilio delle tecnologie digitali messe in campo”.