Provincia e Invitalia presentano “Resto al Sud”, legalità e lotta alla disoccupazione

504

“Quella di ieri è stata una giornata importante, un’occasione per discutere e confrontarci con i nostri ragazzi sul loro futuro e le loro aspirazioni. Ed anche un momento per piantare un seme di legalità, perché la misura ‘Resto al Sud’ non è solo un’opportunità per creare nuova occupazione, ma un antidoto contro quell’assenza di lavoro che spesso fa delle giovani generazioni la ‘manovalanza’ della criminalità organizzata e delle mafie”. Il presidente della Provincia, Nicola Gatta, riassume così il senso dell’iniziativa tenutasi nel pomeriggio di ieri nella Biblioteca dell’Istituto ‘Altamura-Da Vinci’ di via Imperiale a Foggia, con la quale è stata presentata, assieme agli esperti di Invitalia e alla Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo, la misura ‘Resto al Sud’, pensata per offrire sostegno alla nascita di attività imprenditoriali e professionali.

A descrivere le caratteristiche della misura di Invitalia è stato il dottor Giuseppe Glorioso, il quale ha ricordato come “la nascita di nuove imprese vuol dire dar vita a presidi di sviluppo che producono valore e lavoro e che, soprattutto, possono diventare punti di riferimento in grado di generare un effetto emulazione tra i giovani che vogliono mettersi in gioco”. “Per poter avere accesso ai finanziamenti messi a disposizione dalla misura ‘Resto al Sud’ – ha spiegato Glorioso – è sufficiente presentare una domanda, con Invitalia che entro 60 giorni è tenuta a formulare la propria valutazione. In caso di esito positivo, metà del finanziamento richiesto sarà erogata a fondo perduto, mentre l’altra metà sarà ottenuta attraverso un finanziamento bancario assicurato dal Fondo di Garanzia per le PMI, con gli interessi interamente a carico di Invitalia”.

Un aspetto, quello delle anticipazioni bancarie, su cui si è soffermato il presidente della Banca di Credito Cooperativo di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Palladino, descrivendo nel dettaglio le modalità tecniche per inoltrare la richiesta. 

La grande chance offerta dalla misura ‘Resto al Sud’, d’altro canto, è raccontata dai numeri prodotti fino ad oggi. Alla data del 1 maggio 2022, infatti, sono state 11.695 le iniziative finanziate, per un totale di 426,3 milioni di euro di agevolazioni concesse e 42.794 posti di lavoro creati. 

A testimoniarlo sono state in particolare le parole di Mirko Esposito, che proprio grazie a ‘Resto al Sud’ è riuscito a dar vita al proprio ristorante ‘Coquus’ a Lucera. “La mia storia – ha affermato Esposito – dimostra che anche in Capitanata è possibile fare impresa, a patto di avere le idee chiare, credendo in un territorio sicuramente difficile ma dove non è impossibile investire. ‘Resto al Sud’ è una straordinaria misura di sostegno per i più giovani, un’occasione che i ragazzi della nostra provincia non possono lasciarsi sfuggire”.

Tutti concordi, come detto, sul significato dell’iniziativa sul terreno dell’affermazione del principio di legalità e della lotta alle mafie. Un concetto ribadito con decisione dal presidente della Provincia. “Abbiamo voluto presentare ‘Resto al Sud’ in un istituto scolastico che ha sede nel cuore del quartiere ‘CEP’, uno dei più difficili della città di Foggia, preferendolo a Palazzo Dogana o ad altri luoghi più ‘istituzionali’ – ha sottolineato Nicola Gatta – proprio per dare la possibilità a ragazzi e famiglie che troppo spesso vivono una condizione di difficoltà di conoscere le opportunità offerte dagli incentivi pubblici. E, soprattutto, di poterle utilizzare”. 

Da questo punto di vista, in Capitanata i dati del 2020 registravano un tasso di disoccupazione del 24,7%, di molto superiore a quello regionale del 14% e a quello nazionale del 9,2%. “Numeri allarmanti – ha commentato il presidente della Provincia – che creano frequentemente le condizioni per quel disagio sociale che abbiamo il dovere di combattere prima di tutto sul terreno della consapevolezza culturale, della volontà di riscatto, della coltivazione di piccoli ma importanti semi di legalità come quello presentato ieri – ha concluso Nicola Gatta –. Perché dare un domani migliore al territorio è possibile. E dobbiamo crederci”.


Di seguito una scheda riassuntiva della misura “Resto al Sud”.

Cos’è
Resto al Sud sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali:
•    in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia
•    nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche, Umbria)
•    nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord
L’incentivo è destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni.
I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro.
Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo.
 
Cosa finanzia
Sono finanziabili:
•    attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura
•    fornitura di servizi alle imprese e alle persone
•    turismo
•    commercio
•    attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria)
Sono escluse le attività agricole.
Resto al Sud copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci.

Per le sole imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000 euro.
A supporto del fabbisogno di circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:
•    15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale
•    fino a un massimo di 40.000 euro per le società
Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi.
 
Spese ammissibili
Possono essere finanziate le seguenti spese:
•    ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa)
•    macchinari, impianti e attrezzature nuovi
•    programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione
•    spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa
Non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente.
 
Come funzionano le agevolazioni
Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così composte:
•    50% di contributo a fondo perduto
•    50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia.

A chi è rivolto
 
Le agevolazioni sono rivolte agli under 56* che:
•    al momento della presentazione della domanda sono residenti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche Umbria), nelle isole minori marine del Centro-Nord, nonché in quelle lagunari e lacustri
oppure
trasferiscono la residenza nelle suddette aree entro 60 giorni (120 se residenti all’estero) dall’esito positivo dell’istruttoria
•    non sono già titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017
•    non hanno ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio
•    non hanno un lavoro a tempo indeterminato e si impegnano a non averlo per tutta la durata del finanziamento
L’incentivo si rivolge a:
•    imprese costituite dopo il 21/06/2017
•    imprese costituende (la costituzione deve avvenire entro 60 giorni – o 120 giorni in caso di residenza all’estero – dall’esito positivo dell’istruttoria)
 
Fermo restando quanto sopra elencato, possono inoltre chiedere i finanziamenti:
•    i liberi professionisti (in forma societaria o individuale) che non risultano titolari di partita IVA nei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta (codice Ateco non identico fino alla terza cifra di classificazione delle attività economiche)