Museo Civico di Cerignola

1987

di Domenico Carbone

Le fosse granarie hanno due guardiani che esercitano anche una specie di tutela storica sul parco archeologico rurale di Piano S. Rocco. Sono Palazzo Pavoncelli e l’ex Monastero di S. Domenico, costituito nel XVI sec. dalla chiesa e dall’allegato convento dei monaci seguaci del monaco diGuzman. Di quest’ultimo vogliamo scrivere.

E’ un complesso edilizio che sorge con certezza nel 1501 in un posto, diremmo oggi, strategico, situato nel tratto della Traiana, la via consolare romana che collegava Benevento a Brindisi, divenuta con gli aragonesi tratturo regio per la Transumanza. Per vicende qui irrilevanti, fu qui istituito Monte Fornari, voluto dal possidente Pasquale Fornari per ospitarvi ragazze orfane, abbandonate o di famiglie povere fino al loro matrimonio, in vista del quale il regolamento testamentario del benefattore prevedeva dignitosa dote.

Al riguardo, è da riferire quanto la leggenda si riversi nella storia e la storia subisca il suo fascino. Fornari, fra le tantissime proprietà che alla sua morte donò al Comune, aveva la masseria di Cerina, da molti considerata il nucleo più antico della città, i cui abitanti erano molto generosi e solidali verso le vedove e gli orfani di soldati caduti in battaglia. Tant’è o così piace pensarlo.

Nel 1904,Monte Fornari continuò ad essere orfanotrofio anche durante la occupazione da parte degli Ussari di Piacenza, lo specializzato reparto militare inviato a Cerignola per domare una sanguinosa rivolta popolare, per essere assegnato poi al Comune, a seguito della soppressione degli IPAB( istituti pubblici di assistenza e beneficienza).

Il fabbricato è in perfetta sintonia con il tempo della sua costruzione : è esteticamente essenziale, francescano. Ma, nella sua semplicità, la sua sobrietà non rinuncia a vezzi architettonici come le finestre cieche del piano terra, che sembrano essere la primogenitura dei “trompe l’oeil”, accorgimenti prospettici per “ingannare l’occhio”. Così come il portale e l’unico balcone non disattendono aspettative del genere estetico sempre presenti negli edifici consacrati.

Agli inizi di questo secolo, a Monte Fornari, come continua a chiamarlo la gente, si è realizzato un sogno, il sogno di Michele d’Emilio, che ha sempre lì voluto un Museo Civico, legittima filiazione del Museo del Grano, accolto per anni nel piano interrato del dirimpettaio Palazzo Pavoncelli.