Confagricoltura Foggia a Roma con le imprese, per le imprese

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Confagricoltura Foggia ha preso parte attiva ieri all’imponente protesta degli olivicoltori pugliesi che sin dalle prime ore del giorno si è radunata nella Capitale in piazza Santi Apostoli. Pronta la disponibilità offerta agli agricoltori dal ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, che ha promesso due provvedimenti urgenti per gelate e xylella e annunciato che il 26 febbraio sarà in Puglia per recarsi di persona sui danni alle coltivazioni causati dalle gelate. “Ci siamo confrontati con problemi reali che riguardano migliaia di agricoltori – afferma in questa nostra intervista il presidente di Confagricoltura FoggiaFilippo Schiavone – credo che a questo punto la vertenza sia a una svolta. Abbiamo tutto il dovere di guardare le carte, come si dice in gergo, perché il mondo agricolo è stato davvero piegato da questo doppio flagello e anche noi in Capitanata stiamo subendo i contraccolpi di una crisi che, se non si interviene in tempo, rischia di sterminare il mondo produttivo legato all’olivicoltura e non solo con i danni pesantissimi delle gelate e la xylella che avanza inesorabile”.

Il ministro è sceso a patti con le organizzazioni agricole, quale il ruolo svolto da Confagricoltura?

“Sulle gelate il presidente Giansanti è stato incisivo sin dal primo momento, ha partecipato a decine di incontri con il ministro: è grazie a questa sorta di lavoro ai fianchi se oggi riteniamo che l’ammontare del finanziamento possa ritenersi comunque più alto di quanto era stato proposto all’origine”.

Di quali somme parliamo?

“Il ministero aveva proposto inizialmente 3 milioni solo per le gelate, ora dopo i nostri incontri ai massimi livelli e le sollecitazioni del mondo agricolo siamo risaliti a 16 e ora ci aspettiamo un ulteriore incremento dopo le anticipazioni di oggi. Stiamo parlando di danni per complessivi 100 milioni, un dramma di proporzioni bibliche per la nostra agricoltura”.

Cosa determineranno le gelate sull’areale di Cerignola, in particolare, che ha subito le maggiori conseguenze?

“Stiamo parlando di un comparto agricolo importantissimo, che vive di olivicoltura anche se fortunatamente le aziende in quell’area fanno anche altro. E comunque se quest’anno abbiamo avuto una produzione olivicola in quell’area limitata al 20%, l’anno prossimo con gli opportuni accorgimenti potremmo arrivare al 50% e dal terzo anno forse riprendere a pieno ciclo”.

Eppure l’olio extravergine italiano si dice che continui a restare sugli scaffali, soppiantato dall’olio straniero più a buon mercato. Nemmeno quando il prodotto in giro scarseggia si riesce a vendere quel poco che c’è?

“Le difficoltà per i produttori sono enormi, purtroppo bisogna mettere in conto anche la complicità di qualche frantoiano senza molti scrupoli. La contraffazione dell’olio extravergine non la scopriamo oggi, ma noi dobbiamo difendere il prodotto nostrano con tutte le nostre forze. E in questo momento non è il caso di disperdere energie su polemiche a volte anche strumentali, sarebbe da immaturi. Concentriamoci sulle cose concrete”.