La CIA Puglia incontra le coalizioni regionali

L’agricoltura pugliese sta attraversando una fase drammatica, alle prese con una crisi senza precedenti che non sta risparmiando alcun comparto,con i costi di produzione che sono andati fuori controllo e con condizioni climatiche avverse che incidono negativamente sui cicli colturali e quindi sulle produzioni realizzate in campo.

Molte imprese agricole soffrono condizioni di stress di liquidità e hanno bisogno di un supporto da parte delle Istituzioni per poter superare il difficile momento ed essere pronte ad affrontare la fase della ripartenza che tutti auspicano avvenga nel più breve tempo possibile.

Oltre a ciò continuano a permanere criticità ormai ataviche, strutturali ed infrastrutturali, che vanno affrontate con vigore e concretezza.

Alle emergenze quotidiane legate all’aumento esponenziale dei prezzi delle materie, alla fauna selvatica, alla Xylella fastidiosa e ai cambiamenti climatici, si aggiungono le criticità legate alla necessità riequilibrare i rapporti con la GDO, di favorire sempre di più le aggregazioni, di realizzare opere di messa in sicurezza del territorio, oltre che di approvvigionamento idrico in molte zone della Puglia, e a diverse altre problematiche, oltre che alla programmazione futura relativamente ai fondi europei e nazionali.

LA PUGLIA AGRICOLA DEGLI ULTIMI ANNI

I primi dati resi disponibili dall’Istat sul Settimo censimento generale dell’agricoltura parlano chiaro: negli ultimi 10 anni, il numero delle aziende agricole pugliesi è diminuito del 29,6%: un dato che fa riflettere, e che in qualche modo è connesso a un altro elemento statistico, vale a dire l’aumento della superficie agricola media per azienda passata dai 7,9 ettari del 2010 agli 11,1 ettari attuali.

La Puglia resta la regione italiana con il maggior numero di imprese nel comparto primario: sono 191.430, in Italia complessivamente ammontano a 1.133.023. A soffrire di più, nell’ultimo decennio, sono state le imprese di piccole dimensioni. Sono stati fatti alcuni importanti passi in avanti per ciò che attiene alla creazione di nuovi consorzi, Organizzazioni di Produttori e cooperative, ma bisogna insistere, perché l’aggregazione e il fare sistema sono gli strumenti più importanti per assicurare agli imprenditori agricoli le risorse indispensabili ad accrescere redditività, innovazione, competitività sui mercati, potere contrattuale nei confronti di industria e GDO.

In generale, sul piano comparativo con le altre regioni, la Puglia ha mostrato una buona tenuta, ma gli imprenditori agricoli per andare avanti spesso hanno dovuto indebitarsi, resistere con le unghie e coi denti, fare sacrifici.

IL CONSUMO DI SUOLO

In Puglia, è diminuita del 1,8% la SAT (Superficie agricola totale), un decremento molto meno rilevante della media nazionale che si attesta a -3,6%, mentre la SAU pugliese – Superficie agricola utilizzata – registra una decrescita di appena lo 0,2%, quando la media nazionale è del -2,5%. In Puglia, però, ciò che preoccupa fortemente è la contrazione che potrebbero subire alcune tipologie di coltivazioni. Il 2022 rischia di essere l’annushorribilis per il calo generalizzato delle rese di grano, pomodoro, uva, olive e prodotti del settore ortofrutticolo.

DONNE, GIOVANI E INNOVAZIONE

In Italia, solo il 13% dei titolari di aziende agricole ha un’età inferiore ai 44 anni. Il 31,5% dei capi d’azienda è donna, ma solo l’11,3% di quelle donne ha un’età inferiore ai 44 anni. Nelle aziende in cui la leadership è giovane, il tasso d’innovazione arriva al 32,2%, con processi innovativi, agricoltura di precisione, nuovi metodi per ottimizzare l’utilizzo della risorsa idrica, digitalizzazione e internazionalizzazione dei mercati di riferimento. Un tasso d’innovazione che si attesta appena al 7,69% nelle imprese agricole condotte da ultrasessantacinquenni.

COVID

 Il 17,8% delle aziende agricole italiane è stato colpito negativamente dalle conseguenze dei due anni più acuti dell’emergenza Covid: contrazione della domanda locale, effetti sull’organizzazione aziendale, contrazione della domanda nazionale.

IN LINEA GENERALE

C’è bisogno di un Recovery Fund agricolo. Uno sforzo straordinario dell’Europa per sostenere un comparto fondamentale da tutti i punti di vista, poiché dall’agricoltura dipendono assetti strategici decisivi per contrastare i cambiamenti climatici, intervenire sulla questione idrica, velocizzare la transizione ecologica, completare il processo che dovrà portarci all’indipendenza energetica e all’autosufficienza alimentare.

Il 2022, finora, è stato uno degli anni peggiori per l’agricoltura pugliese.

Troppe aziende agricole versano in condizioni di grandissima sofferenza: alle difficoltà dei prezzi al ribasso riconosciuti alle produzioni, infatti, si sono aggiunti i rincari folli di energia, gasolio e materie prime che hanno fatto schizzare in alto i costi di produzione. Come se non bastasse, anche gli eventi climatici estremi sono aumentati sia nel numero che nella frequenza e nei danni conseguenti.

Speculazioni e burocrazia stanno ammazzando l’agricoltura pugliese.

Da un lato le speculazioni sui prezzi delle materie prime (gasolio ed energia in primis), dall’altro la speculazione sui prezzi al ribasso dei prodotti agricoli (che nella maggior parte dei casi non coprono nemmeno i costi di produzione). E per completare: le lungaggini e i costi della burocrazia. Una vera e propria tempesta perfetta che rischia a breve di far chiudere migliaia di aziende agricole e di far perdere decine di migliaia di posti di lavoro.

Il nuovo Parlamento, che si insedierà a seguito delle elezioni del 25 settembre prossimo, sarà chiamato ad affrontare immediatamente situazioni di emergenza che richiedono risposte certe ed immediate per le famiglie, per le aziende, per gli anziani e i bisognosi, per l’intero “sistema” Paese.

Di seguito come CIA – AGRICOLTORI ITALIANI di Puglia sottoponiamo una serie di proposte che verrebbero incontro alle migliaia di aziende agricole pugliesi che si trovano attualmente in un momento di forte difficoltà. Tali proposte si aggiungono al quadro di proposte riportato nel documento nazionale di CIA – Agricoltori Italiani che si allega.

LE PROPOSTE DI CIA PUGLIA
  1. Xylella fastidiosa: rifinanziare il fondo con almeno altri 300mln da dedicare tutti a espianto/reimpianto;
  • Prorogare il credito di imposta gasolio al 4° trimestre 2022, facendo rientrare anche il 2° trimestre;
  • Varare una “misura madre” riguardante la defiscalizzazione e decontribuzione del costo della manodopera e, collegata, una “misura figlia” che preveda il credito di imposta sull’aumento giornate lavorative con copertura da minori costi della disoccupazione;
  • Aumentare il bonus rottamazione macchine agricole;
  • Ridurre le aliquote IVA dei prodotti acquistati  per i seguenti comparti:
  1. Seminativi compreso le orticole, Vigneti, Uliveti:

Concimi attuale aliquota 4% 

Fitofarmaci attuale aliquota 10%

  • Comparto Zootecnico:

Mangimi attuale aliquota 10%

Farmaci veterinari attuale aliquota 22%

  • Istituire un fondo permanente a sostegno dei settori olivicolo e cerealicolo (grano duro) fortemente penalizzati dalla prevista Riforma della PAC;
  • Emanare provvedimenti normativi specifici, anche con riferimento al D. Lgs 198/2021 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare,che prevedano:
  1. sanzioni sino a un milione di euro a tutti quei rivenditori al dettaglio e grossisti pronti a commercializzare prodotti agricoli con prezzi inferiori ai costi di produzione;
  • garanzie, nei rapporti contrattuali, che i prezzi concordati tra produttori e acquirenti coprano i costi di produzione;
  • Prevedere procedure semplificate che abbattano i costi della burocrazia relativamente ai controlli certificati antimafia propedeutici alla erogazione degli aiuti AGEA, procedendo all’erogazione degli aiuti alla constatazione dell’avvenuta registrazione delle previste dichiarazioni del beneficiario nei sistemi SIAN.