Torture al carcere di Foggia, con il rinvio al GUP anche la difesa avrà la possibilità di chiarire i fatti

Di seguito il comunicato stampa del SAPPE:

Fin dal giorno dell’arresto di 10 poliziotti penitenziari in servizio presso il carcere di Foggia avvenuto nel marzo 2024, il SAPPE, sindacato autonomo  polizia penitenziaria, ha espresso la sua fiducia nella magistratura acchè tutta la verità  venisse fuori.

Purtroppo nonostante le gravissime accuse circolate in questi mesi nessun poliziotto ha potuto difendersi in maniera adeguata da tale imputazione, anzi sono stati  trattati alla stregua di peggiori delinquenti con nomi e cognomi resi pubblici, interdizione e sospensione dal servizio, nonostante la presunzione di innocenza sia un punto cardine su cui si fonda  il nostro stato di diritto.

Eppure proprio perché le accuse lanciate ai poliziotti sono gravissime e potrebbero portare a condanne, grazie al reato di tortura, molto pesanti in alcuni casi più dure  di un omicidio, ci saremmo aspettati  più cautela.

Dopo lo shock iniziale provocato dai provvedimenti della Procura di Foggia che ha emanato  misure di estrema gravità  come l’arresto per quasi tutti gli imputati, che ricordiamo non sono malviventi o delinquenti incalliti, ma servitori dello Stato che per decenni hanno svolto il loro gravoso e difficile servizio in maniera ineccepibile e corretta(alcuni anche pluridecorati), abbiamo notizia  che gli avvocati  abbiano lavorato alacremente per contestare tali accuse,  per cui  proprio davanti al GUP potremmo assistere a  sviluppi molto interessanti.

Vogliamo ricordare che  in analoghe vicende accadute in altre  carceri della nazione,  (Tolmezzo, Trapani ecc.ecc.) dopo il clamore dell’arresto di poliziotti quando poi si è arrivato a decisioni dei GUP oppure durante  i dibattimenti, il reato di tortura sarebbe stato derubricato, riportando tali vicende  in alveo più verosimile,  poiché le dichiarazioni dei detenuti non sono il vangelo, e certe immagini  decontestualizzate danno un impatto completamente diverso da quello che sarebbe effettivamente accaduto.

Il SAPPE  perciò   ripone ancora più fiducia  nel lavoro del GUP che  nell’udienza  del prossimo 15 settembre(1 anno e mezzo circa dopo i provvedimenti cautelari)  , darà la facoltà anche agli avvocati dei poliziotti imputati di  presentare le loro controdeduzioni  sui fatti accaduti, al fine  di ricercare la verità  che non può essere solo  quella  assoluta della magistratura inquirente.

Non bisogna però dimenticare che i poliziotti  (a cui il SAPPE è stato molto in questi mesi),  hanno patito   una gogna mediatica senza fine che, ha  distrutto   non solo delle  carriere  costruite, per alcuni, in decenni di onorato ed onesto servizio, ma anche la dignità  delle famiglie che in qualche  caso si sono distrutte poichè non hanno resistito al disonore  derivato da questi tristi avvenimenti.

Come non ricordare  il caso CUCCHI in cui alcuni poliziotti penitenziari sono stati massacrati nonché  additati al pubblico ludibrio per anni, per poi essere assolti dai tribunali nelle varie fasi del processo,senza che nessuno si sia permesso di chiedere   scusa per  i gravissimi torti e danni, nonchè dai linciaggi mediatici subiti.

Bari, lì 26.04.2025

Federico Pilagatti, segretario regionale SAPPE