Morti sul lavoro in aumento: oltre 200 decessi nei primi tre mesi del 2025

Sul podio dell’insicurezza nazionale in zona rossa ci sono: Basilicata, Trentino-Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise e Campania. A fine marzo sono 150 gli infortuni mortali in occasione di lavoro e 60 quelli in itinere. In Lombardia e in Veneto il maggior numero di vittime totali. Attività Manifatturiere, Costruzioni e Trasporti e Magazzinaggio i settori più colpiti. In controtendenza il numero complessivo delle denunce di infortunio (mortali e non), in lieve calo: -1,6% rispetto a marzo 2024.

IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI MARZO 2025

“Come abbiamo più volte evidenziato, il dato di fatto è che negli ultimi anni in Italia gli infortuni mortali sul lavoro non diminuiscono. E ora, i numeri relativi al primo trimestre 2025 mostrano una realtà ancor più preoccupante: rispetto al primo trimestre del 2024 le vittime sono aumentate del 10% circa. Si contano già 210 decessi, 19 in più dello scorso anno. Sei regioni sono in zona rossa e altre cinque in zona arancione, le due fasce critiche in cui raccogliamo le regioni con tassi d’incidenza infortunistica superiori alla media nazionale. Davanti a questi dati è evidente che serve un cambio di rotta deciso ed efficace.”

Questo il primo commento di Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, alla più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti. Una mappatura in cui l’incidenza è il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese.

IL RISCHIO DI MORTE REGIONE PER REGIONE A MARZO 2025 DALLA ZONA ROSSA ALLA ZONA BIANCA. IN ZONA ROSSA 6 REGIONI E 5 IN ZONA ARANCIONE

A finire in zona rossa a marzo 2025 con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 6,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono:Basilicata, Trentino-Alto Adige, Umbria, Abruzzo, Molise e Campania. In zona arancione: Puglia, Calabria, Sicilia, Toscana e Liguria. In zona gialla: Piemonte, Veneto, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia. In zona bianca: Marche, Lazio, Emilia-Romagna, Sardegna e Valle d’Aosta.

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IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER ETÀ: Chi rischia di più sul lavoro? Over 55 e giovanissimi

Anche nel primo trimestre dell’anno l’Osservatorio mestrino elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati). 

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante soprattutto tra i lavoratori che hanno maggiore esperienza; l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (16,6) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (10,3) seguita dalla fascia di lavoratori tra i 15 e i 24 anni (7,0).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (55 su un totale di 150).

Lavoratori stranieri esposti a un rischio mortale oltre due volte superiore rispetto agli italiani

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel mese di marzo sono 30 su 150, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere due volte superiore rispetto agli italiani. Infatti, gli stranieri registrano 11,9 morti ogni milione di occupati, contro il 5,6 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

MORTI SUL LAVORO E INFORTUNI IN ITALIA A MARZO 2025: ECCO I NUMERI ASSOLUTI

Sono 210 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 150 in occasione di lavoro (1 in meno rispetto a marzo 2024) e 60 in itinere (20 in più rispetto a marzo 2024). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (26). Seguono: Campania (14), Veneto (13), Piemonte e Toscana (11), Puglia, Sicilia e Lazio (10), Emilia-Romagna (8), Trentino-Alto Adige (7), Abruzzo (6), Umbria (5), Liguria e Calabria (4), Friuli-Venezia Giulia, Basilicata e Marche (3), Sardegna e Molise (1). Dato positivo: nel primo trimestre 2025 la Valle d’Aosta non registra infortuni mortali in occasione di lavoro. (Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia).      

I SETTORI PIÙ COLPITI: COSTRUZIONI E ATTIVITÀ MANIFATTURIERE

Alla fine di marzo 2025 Attività Manifatturiere e Costruzioni sono i settori che fanno registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: entrambi con 21. Seguono Trasporti e Magazzinaggio (18) e Commercio (14).

IL GIORNO PIÙ LUTTUOSO

Il lunedì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo trimestre dell’anno (22,0%). Seguito dal martedì (21,3%) e dal venerdì (18,7%).

DENUNCE DI INFORTUNIO: UN DATO IN CONTROTENDENZA

Le denunce di infortunio totali diminuiscono anche se di poco rispetto a marzo 2024
(-1,6%). Erano, infatti, 145.130 a fine marzo 2024 e nel 2025 sono passate a 142.843.

Anche a inizio del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (15.158). Seguono: Sanità (8.122), Costruzioni (7.525), Trasporto e Magazzinaggio (7.062) e Commercio (6.958).

Le denunce di infortunio delle lavoratrici a marzo 2025 sono state 53.333 (42.858 delle quali in occasione di lavoro). Mentre sono 89.510 le denunce totali degli uomini (79.299 in occasione di lavoro).

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a marzo 2025 sono 11, mentre 14 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 27.962 su 142.843 (circa 1 su 5), mentre sono 23.856 le denunce dei lavoratori stranieri registrate in occasione di lavoro su un totale di 122.157.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 30, mentre sono 15 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 29.745 denunce (il 20,8% del totale).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

LA ZONIZZAZIONE DELL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale